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Anno: 2019
Etichetta: Polydor - Interscope
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Un’esplosione di luce proietta anche ombre accecanti così come oltrepassare una montagna ci porta a salire ma anche a scendere: benvenuti nel sentiero per la redenzione dall’auto-repressione, nella strada sconnessa che conduce all’accettazione di sé; benvenuti nella chiesa di Michael Kiwanuka.
L’aspetto che amo forse di più della musica è la sua capacità di connettersi a quelle parti di noi non concesse alla parola e alla razionalità: le note ci guidano alla liberazione di frazioni del nostro essere chiuse su loro stesse, scrigni neri di emozioni rimaste sospese e irrisolte. La musica è una chiave che le libera, ce le presenta, e ci permette infine, volendo, anche di tradurle in parole.
Questo disco mi racconta questo: il viaggio di una persona insicura (come dichiarato dallo stesso Michael) che finalmente arriva a capire di non essere il proprio problema e che il momento e il luogo migliore per essere sé stessi sono qui e adesso. E che arriva a ciò con tutti i tagli e gli inciampi dei rovi che affogano il sentiero della vita: amori complessi, schifezze e infamità come il razzismo, momenti bui come una matrioska di pozzi senza fondo.
E come, ci arriva…
La musica di Kiwanuka in dei momenti ti esplode nel cuore come un fuoco che illumina a giorno la notte, con dei passaggi da ascensione che sembrano frutto di un Jimi Hendrix sostenuto da un coro gospel di una setta brasiliana, samba e chitarre corrosive; altre volte ti trovi gettato, da solo, sul ciglio di una strada buia e sporca mentre il cielo sembra unirsi all’asfalto sotto forma di infinite gocce nere: non sai dove stai andando, ma ci stai andando da solo.
Da un estremo all’altro su suoni di cristallo: il produttore è Danger Mouse e si sente, tutto è cesellato alla perfezione e ogni ascolto è un piacere godurioso che rivela suoni nuovi all’interno di stratificazioni lievi e preziose come foglie d’oro.
Un percorso così profondo può essere descritto da una sola parola, che però è differente ogni volta; in questo caso, la parola è
KIWANUKA
soul rock samba psychedelic rock