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Anno: 2020
Etichetta: Bellring
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La musica.

Le sue radici antichissime serpeggiano e s’insinuano nelle crepe del tempo, affondando nella roccia della storia e diventando parte della sua struttura.

La musica è terrena? E’ figlia della materia, della sostanza, della vibrazione? O proviene dal mondo delle idee? Forse E’ il mondo delle idee?

Un luogo che non è da nessuna parte, deserto, senza confini eppure senza volume. Dove ha origine la MUSICA, la sua essenza, che dà significato ai bastoni che battono, alle corde che vibrano, alle onde sonore impazzite. Un luogo dove è solo la musica, e dove, tendendo l’orecchio, ma solo con molta attenzione, ci si accorge che, nel silenzio tra una nota e l’altra nota c’è… beh, un’altra nota.

Sotto il video completo di Far From Home (che, sia detto, è stupendo), su Youtube, un utente scrive di essersi recato in Tibet, sul tetto del mondo, dove l’uomo è più vicino che mai all’infinito. In una locanda gestita da un’amica, racconta, si collega di soppiatto all’impianto stereo, ed il beat profondo, spirituale, dalle melodie nervose e solenni inizia ad espandersi nel locale. I loop seducenti, che si stendono l’uno sull’altro, livello dopo livello, creano una sinfonia ricca. Hugo Kant suona anche con le note che non ha, sui ritmi che non segue.

Far From Home è al suo posto, in quella caffetteria in Tibet, frequentata da turisti ammaliati e da monaci tibetani, dove il velo della realtà materiale è più sottile. Un istante prima non c’era, un istante dopo c’è sempre stato.

Anche per me Far From Home è questo. Il suono che avevo dentro anche prima di averlo ascoltato. Il suono giusto, al suo posto dentro di me.


trip hop  nu jazz  instrumental